Edizioni Paguro | COMUNICAZIONI | RETE DI VENDITA | CASA EDITRICE EDIZIONI PAGURO Un'Associazione Culturale e Casa Editrice con sede a Mercato San Severino in provincia di Salerno che nasce con lo scopo di praticare e propagandare tutte le attività di natura culturale ed intellettuale legate al tessuto sociale, culturale, artistico ed economico. |
Nasce a Fisciano nel 1950, dove vive e lavora.
È stato allievo di Capogrossi, Scordia e De Stefano all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ove si è diplomato nel 1974.
Fra le principali mostre si segnalano la partecipazione alla Decima Quadriennale di Roma del 1975, la personale alla Galleria Taide di Salerno del 1977, alla Galleria Pantha Arte di Como, e a Disegno Gemello, alla Taide di Salerno, a cura di Antonio D’Avossa, nel 1982.
Del 1983 è la personale allo Studio Cavalieri di Bologna, mentre del 1984 sono quelle alla Galleria Giulia di Roma, alla Galleria Nova di Zagabria, ed ancora a Como alla Galleria Pantha Arte.
Nel 1985 partecipa alla rassegna internazionale Rondò, presso gli Antichi Arsenali di Amalfi, ed al XIII Premio Nazionale Città di Gallarate, a cura di Gillo Dorfles.
Del 1986 sono le mostre L’arsenale, il laboratorio, l’artista, presso gli Antichi Arsenali di Amalfi, e la personale alla Galleria Lapis Arte di Salerno, che per l’occasione edita un catalogo monografico con testi di Michele Buonomo e Angelo Trimarco.
Scrive Buonomo: «La sua è una pittura fortificata, nel significato più originale di questo termine. Protegge cioè ogni forza interna, contiene ogni inquietudine, e non teme l’isolamento. All’interno delle mura della sua pittura (la superficie) la materia si compatta in volumetrie primarie, dove non c’è spazio per un’illusione rappresentativa, o – peggio ancora – per evasioni narrative. Angelomichele non ama raccontare, forse perché diffida della qualità espressiva delle parole. Crede però fermamente in un criterio di eccellenza della pittura; nel mestiere della pittura; nell’autonomia che questa pratica oggi può affermare nei confronti di qualsiasi altra espressione. Sarà inutile allora andare a cercare nelle sue opere sensi misteriosi, scarti simbolici, allusioni citate. Il peso di ogni sua opera – quello determinato da una disinvoltura combinatoria e quello sostenuto da un sentimento di eccellenza – sta tutto in uno stile espresso nella pienezza e nel rigore del silenzio».
Rileva Angelo Trimarco: «L’opera vive in bilico e come sospesa fra l’esprit de geometrie, il rigore della scienza pura, e le incertezze di un percorso pieno di insidie e di sorprese. Fra l’azzurro delle forme e gli scorrimenti della soggettività che ne violano ad ogni istante la trasparenza. Certo, per Angelomichele Risi l’opera è costruzione e lavoro linguistico, itinerario intorno al nodo difficile del significato, al gioco perverso della geometria, della ragione infine.’
Nello stesso anno Risi viene segnalato da Michele Buonomo nel Catalogo dell’Arte Moderna Italiana, edito da Mondadori.
Nel 1987 espone con Bernard Zimmer nella mostra Corrispondenze, alla Galleria Karl Pfefferle di Monaco. Viene poi invitato a Dentro la pittura, Villa Rufolo Ravello, a Il passo dell’acrobata, Salerno; e a Pittura, Galleria Arco di Rab, Roma.
Il 1988 è l’anno dell’invito alla Biennale del Sud, tenutasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, alla rassegna Disegno in Campania, a Morcone, curata da Enrico Crispolti, ed alla Galleria Fahlbusch di Mannheim.
Del 1991 è l’invito alla Rassegna delle Rassegne, al Forte la Carnale di Salerno.
Nel 1992 è invitato al XXXII Premio Suzzara. Nel 1997 partecipa a Le vie della creta, a Villa Rufolo a Ravello. Nel 1998 espone con la Galleria Nanni all’ Expo Arte di Bologna, ed alla Fiera di Parma, con Piatto d’artista.
Opere degli anni novanta è il titolo di una mostra antologica tenuta nel 1999 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Scafati, con un catalogo monografico edito da Quaderni d’Arte Scafati, con testi di Massimo Bignardi e di Luciano Caramel, che ne Il senso della pittura scrive: «Angelomichele Risi s’è incaponito da sempre a interrogarsi sui modi e il senso della pittura, entro proprio il suo statuto disciplinare di operazione sulla superficie, con pigmenti e pennelli. (…) Ne è nato un fare insieme “grande” e non dispersivo, anzi più che mai concentrato, che genera esiti di rara suggestione, senza peraltro rinuncia alcuna al rigore da sempre presupposto dalla pittura (ancora, sempre pittura) di Risi, che i nuovi risultati piuttosto esaltano, attestando che la consapevolezza analitica è coniugabile con la creazione di immagini che nell’analisi non si risolvono tautologicamente».
Nel MMMAC di Paestum, sempre nel 1999, si tiene la mostra Risi-Paladino.
È del 2000 – ospitata in San Pietro in Atrio, ed in seguito all’ex Ticosa a Como – Contemporanea Como 5, Castellani, Minoli, Marrocco, Risi, curata da Antonio D’Avossa, Massimo Bignardi, Marco Meneguzzo e Claudio Cerritelli, che, nel suo scritto Viaggio all’interno del colore, scrive: «L’opera dipinta è, dunque, il luogo in cui il pittore indaga il rapporto con la forma, il carattere del suo divenire, il luogo dove gli elementi compositivi sono sintomi di una ricerca vissuta come disciplina e piacere della creazione, La sensazione quella di un lungo e ininterrotto processo di meditazione intorno ad un nucleo dominante che si offre come immagine frontale, apparentemente statica, dove la geometria non è un’ipotesi giustificabile priori ma linguaggio emotivo. Entro questa griglia avvengono fenomeni di diversa intensità cromatica, si avverte il peso di figure solide che creano impatto, oppure si sente la leggerezza delle trasparenze cromatiche che fanno da contrappunto alla fisicità del colore».
In Insorgenze del classico – in cammino da Oplonti, edito da Electa Napoli nel 2001, per la rassegna ospitata a Villa Campolieto di Ercolano, Massimo Bignardi, nel capitolo Il nascosto colore dell’emozione scrive: «Se nei dipinti della metà degli anni Ottanta il registro è caratterizzato da investigazioni cèzanniane, quelli realizzati nei primi anni Novanta risentono del modulare la luce, data come sostanza plastica: non è più’ solo lo studio del rapporto fra piano e forma, definito da campiture piane, con netti e profondi tagli d’un blu intenso e vibrante affiancati a terre ocra, gialli velati da un verde acido. L’artista contrappone forme irrigidite e solenni, dal contorno deciso e tagliente, con l’impianto impregnato da una luce drammatica, alla reiterazione di un minimalismo freddo dagli accenti espressivi, inquieto e sovrabbondante di colori plumbei, di arie sospese molto in voga in quegli anni».
Nel 2004, una sua opera dal titolo Terra di luce, è stata scelta dal Monopolio di Stato e riprodotta sul biglietto della Lotteria Italia nel 2005.
Con il titolo Il sogno dell’ingegnere, il FRAC di Baronissi alla fine del 2005 gli dedica una personale, con una monografia curata da Massimo Bignardi e da Ada Patrizia Fiorillo, che scrive: «Non è preoccupazione principale di Risi suscitare interesse per ciò che i suoi dipinti dicono, ma per come lo dicono. Per come, cioè, si producono a ricreare una forma, allertando quella dimensione emotiva che la sollecita e la inquadra».
Inizia dal 2006 la collaborazione con Costa Crociere, per la quale Risi realizza molte opere, che si trovano a bordo delle navi Concordia, Serena, Pacifica.
Del 2007 sono la personale alla Galleria Pagea di Angri, la scultura Giochi d’Acqua, collocata a Giffoni Sei Casali; poi le rassegne Persistenze sul confine dell’immagine-ripensando ad Andrea Pazienza, a San Severo; e Lo sguardo dei giorni, tenuta nella chiesa dell’Addolorata nel Complesso di Santa Sofia di Salerno.
Nel 2011 è invitato al Padiglione Italia 54 esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, per il 150° dell’Unità d’Italia, a cura di Vittorio Sgarbi, presso l’Ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano, e a CarteContemporanee, esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta, al FRAC di Baronissi
Nel 2012, 45 ceramiche da 45 cm., Linee contemporanee, Salerno, testo di Rino Mele.
È del 2013 la partecipazione ad Icona, presso il FRAC Baronissi.
Nel 2015 partecipa alla rassegna Artlante Vesuviano, tenuta presso la Tekla di Sarno, ed in seguito al Real Polverificio Borbonico di Scafati. Tiene le mostre personali Opere recenti, Fornace Falcone, Outlet Village Eboli, e al PAC di Acciaroli Pollica, Palazzo Principe Capano.
Potete ammirare QUI l'opera che Angelomichele Risi ha realizzato per ESTASI, mostra d'Arte Contemporanea organizzata dalle Edizioni Paguro e curata dal dott. Michele Citro